LDD 03 | Il dubbio è una condizione costruttiva quanto alienante di Keti Shehu

Il dubbio è una condizione costruttiva quanto alienante1

di Keti Shehu

Abstract

Questo è un collage di vari libri, frasi estrapolate dal loro contesto in maniera chirurgica che si innestano l’una con l’altra per dar vita ad un ibrido testuale. Un ‘testo aumentato’ costruito con la realtà ma che vive dell’alienazione dovuta alla manipolazione della percezione.

Keywords: realtà aumentata, immagine, immaginario, reale, virtuale, materia, telo, velo, illusione, finestra

-“Ma infine, straniero, che cosa potremmo dire che è un’ immagine se non un oggetto fatto a somiglianza di quello vero, altro rispetto ad esso, ma tale e quale?
-“Per ‘altro, ma tale e quale’ tu intendi un oggetto vero? O in riferimento a che cosa tu dici ‘tale e quale’?”
-“In nessun modo un oggetto vero, ma uno simile”.
-“Intendi dire allora che quello vero è realmente?”
-“Proprio cosi”.
-“E che quello non vero è il contrario del vero?”.
-“Come no?”.
-“Tu intendi dire allora che il simile non è realmente, se lo dici appunto non vero”.
-“Ma anch’esso in qualche modo è”.
-“Ma non veramente, tu dici”.
-“No certo, ad eccezione del fatto che è realmente una copia.”1
L’angelo non vuole dirmi nulla di ciò che è successo ai miei amici; non vuole raccontarmi nulla dei dodici, di Maddi. Si limita a dirmi che sono morti e che io devo scrivere la mia versione della storia. E mi racconta anche inutili aneddoti sugli angeli: di come Gabriele una volta sparì per sessant’anni e fu ritrovato sulla Terra, nel cadavere di un uomo di nome Miles Davis; o di come Raffaele riuscì a svignarsela dal paradiso per andare a trovare Satana, per poi fare ritorno con un oggetto chiamato telefono cellulare (evidentemente adesso ce l’hanno tutti). Raziel guarda la televisione e , quando fanno vedere un terremoto o un tornado, dice: “Una volta ho distrutto una città con uno di quelli. ma il mio era meglio”. Sono inondato da inutili chiacchiere angeliche, ma a proposito della mia epoca so soltanto quello che ho visto. E, quando in televisione parlano di Gesù, Raziel cambia canale prima che abbia il tempo di apprendere qualcosa2.
Una volta guardavamo al cielo,
poi alla terra dalla finestra
ora guardiamo la finestra…3
Una finestra è sempre li a ricordarci che siamo dentro e guardiamo fuori. La sua funzione base è quella di rassicurarci che stiamo abitando uno spazio architettonico. A differenza dell’ingresso, la finestra collega non solo l’interno con l’esterno; essa incorpora il progetto architettonico di avere il fuori dentro, di tirare il paesaggio dentro il soggiorno. Potremmo affermare che i computer si avvicinano ai dipinti di paesaggio nell’essere degli strumenti architettonici4.
E’ seducente l’idea di considerare il mondo come l’immagine gigantesca di un altro mondo, come credevano i platonici. Una teoria dell’immagine accompagna tutte le filosofie per le quali la vita non è che illusione e il mondo, apparenza5.
Il punto è raggiungere il grande silenzio della realtà senza le parole e senza le immagini6.
Vedi con che fatica ci si appresta uno sfondo
di contrasto perché spicchi il disegno
d’un minuto; (..)
Non conosciamo il contorno
del sentire, ma soltanto quel che dall’esterno lo forma7.
A me sembra che l’arte sia un vento e il vento si può vedere solo dentro una tenda, o una vela, in questo caso un povero straccio: ma non dobbiamo confondere il vento con la stoffa che si muove. L’artista ha bisogno di una materia, ma solo per rendere visibile quel soffio8. Colpire gli occhi della gente e influenzare tutta la scena: quest’arte non vuole riposare in se stessa, appagarsi della sua stessa bellezza o della meraviglia puramente scopica che può suscitare in chi guarda; vuole invece donare la propria luce per influenzare la scena, per creare effetti sul mondo9.

Bibliografia

Melot Michel, Breve storia dell’immagine, Lugano, Pagine d’Arte, 2009.
Moore Christopher, Il vangelo secondo Biff. Amico d’infanzia di Gesù, Roma, Elliot, 2014.
Plato, Sofista, (24a a-b), Piccola Biblioteca Einaudi, 2008.
Rilke Rainer Maria, Elegie Duinesi, in Poesie a cura di G. Baiani, Torino, Einaudi -Gallimard, 1995, voll II.
Romano Gianni, Artscape. Panorama dell’arte in rete, Milano, Costa&Nolan, 2000.
Salerno Giuseppe, L’arte senza barriere, Roma ,G.Semerano editore, 1991.
Valeriani Luisa, Dentro la Trasfigurazione. II dispositivo dell’arte tra cibercultura e Vangelo, Milano , Costa&Nolan 1999.
Verga Giovanni, Vita dei campi, Introduz. Marco Lodoli, Roma, L’Unità, 1993

 

1 Plato, Sofista, Piccola Biblioteca Einaudi, 2008 24a a-b
2 C. Moore, Il vangelo secondo Biff. Amico d’infanzia di Gesù, Roma, Elliot, 2014.
3 F. Alys, Ladro di metafore (estratto di articolo pub. su Flash Art 208, 1998) in G. Romano, Artscape. Panorama dell’arte in rete, Milano, Costa&Nolan, 2000, p. 45-50
4 Idem, p. 49
5 M. Melot, Breve storia dell’immagine, Lugano, Pagine d’Arte, 2009, p. 21
6 G. Salerno, L’arte senza barriere, Roma ,G.Semerano editore, 1991, p.225
7 R. M. Rilke, Elegie Duinesi, in Poesie a cura di G. Baiani, Torino 1923, voll II, vv-14-18
8 M. Lodoli introduz., G.Verga, Vita dei Campi Roma, L’Unità, 1993
9 L. Valeriani, Dentro la Trasfigurazione. II dispositivo dell’arte tra cibercultura e Vangelo, Milano 1999, p. 47